giovedì 29 novembre 2012

Abbondante è bello e magro è per forza ossuto

Sto per scrivere l'ennesimo post sul telefonatissimo argomento che è: l'idea di bellezza che i media propinano al pubblico.
E ora sbizzarriamoci!
Le modelle sono modificate con photoshop, la loro pelle è pura plastica, il loro fisico è slanciato dai programmi di fotografia e quelle che sfilano in passerella sono così ossute che una stampella le sostituirebbe egregiamente.
La reazione (la vedo sulla mia bacheca di Facebook) è che ogni tanto compaiono delle vignette spiritose dove ci si premura di sottolineare che, per quanto possano dire giornali e televisione, una donna con le ormai temutissime "curve al punto giusto" è preferibile a un'altra che porta la taglia trentotto perchè quella, si sa, è solo qualche osso rivestito di sottilissima pelle.
Sembra a me che l'ingiustizia qui funzioni al contrario.
Se una modella è definita tale anche per il fisico che non lascia spazio alle deliziose maniglie dell'amore, fra il pubblico si sviluppa sempre di più la convinzione che se una donna è "magra" allora è necessariamente priva di curve femminili.


Esatto, esatto, esatto, esatto.
Perchè per dare man forte a chi magari non è il classico stecchino stangone, bisogna per forza fare confronti come quelli che vediamo due righe più sopra.
E cos'è che vediamo? Una donna che forse non viene classificata fra le "magre" e uno scheletrino evidentemente ai limiti dell'anoressia.
Se vogliamo dare della shit a una donna malata, perchè non mettiamo anche il suo corrispettivo opposto? Invece di una sanissima ragazza un po' sovrappeso, lì ci sarebbe dovuta esserne una affetta da obesità. Oppure, al posto del soggetto di destra avrebbe dovuto esserci la foto di una qualsiasi donna sottile e dai fianchi stretti che però non ha le ossa che le schizzano fuori perchè il suo ultimo pasto risale alla settimana prima.
Per me questa è ipocrisia al pari di quella che vediamo nelle riviste.
Andiamo, non tutte le donne magre sembrano malnutrite, anche se non ci credete. Possono addirittura essere snelle ed avere il seno ed i fianchi come qualsiasi altra femmina, ma portare comunque la taglia trentotto. Esistono anche donne che se mettono su troppo chili, avranno la sfortuna di non ritrovarseli così ben distribuiti come li ha la signorina dell'immagine di sinistra.
Sono corpi e sono persone e a forza di difendere chi non somiglia all'ultima fotomodella di Vogue, vengono sempre di più inquadrate nello stereotipo.
Ti piace la modella? Chissenefrega.
Ti piace il seno grosso? Chissenefrega.
Ti piace il fianco stretto con le ossa del bacino che spuntano? Chissenefrega.

Finché stai bene e sei sana sii come meglio credi. 
Viva le donne in carne, le ossa diamole ai cani.
Sì, quelle dell'ignorante che ha scritto una frase simile.

THIS IS HOT                                                                                                                    THIS IS HOT

DE FUCKING GUSTIBUS!







Immagine presa da weheartit


martedì 2 ottobre 2012

Amicizia, amore, matrimonio e...?


Ottanta film americani "disimpegnati" su cento comprendono nella loro trama un matrimonio.
Per "disimpegnati", per la cronaca", si intende un film che non tratti della fine del mondo/distruzione di New York.
Ma qui come al solito divago!
Nel film americano con matrimonio annesso, la sposa o lo sposo o entrambi, tengono un discorso post cerimonia per intrattenere gli invitati.
Tale discorso può essere molto commovente o molto stucchevole a seconda del film (e di chi lo sta guardando!) ma c'è una frase ricorrente che dovrebbe far rabbrividire i più e che invece passa per toccante.
La sposa (o lo sposo o entrambi) infila nel suo primo discorso da coniugata una frase che è esattamente questa: "Ho sposato il mio migliore amico".
Questa confessione viene puntualmente accolta da un coro di Aaaaaaaw e la cosa si conclude (seguita da ballo con colonna sonora lenta e bacio finale o una confessione d'amore improvvisa se la protagonista era la sorella della sposa).
Beh, ma... Che fai, ti sposi il tuo amico? "Migliore", ok, ma amico. Da quando in qua una delle caratteristiche principali dell'uomo che ami è che è tuo amico?
Non dovrebbe forse svettare dalla massa dei tuoi altri conoscenti maschi; e loro come li chiami se non amici?
Qui si può partire con un numero di domande retoriche tendente all'infinito.
Tipo:
l'uomo che si ama può esserti anche amico? C'è una sottile differenza che separa questi due aspetti. Per carità, puoi scherzarci, fare discorsi frivoli con lui, fare festa in sua compagnia e (povero lui) trascinarlo a fare shopping come faresti con un amico.
Ma non è tutto qui.
E questo rende impossibile chiamarlo "amico", figurarsi "il migliore".
Per questo a lui è riservato il "ti amo" mentre per tutti gli altri c'è il "ti voglio bene".
Per questo con lui, anche se quelle cose le fai, non ti limiti a scherzare, fare discorsi frivoli, fare festa, fare shopping.
Certo, nemmeno gli amici sono solo questo, non tutti.
Esistono quelli più intimi, quelli davanti ai quali ti lasci andare molto di più, ti confidi molto di più, magari completamente.
Ma c'è un lato di te che spetta all'uomo che possiede il tuo amore, che nemmeno loro possono toccare.
Quindi no, non capirò mai questa frase ormai telefonatissima dell' "Ho sposato il mio migliore amico"; peggio: mi sembra sbagliato; mi sembra inconcludente; mi sembra perfino malsano e detto da chi non ha capito come scindere amicizia e amore.
Perchè lui è il tuo amore, non il tuo amico.
Il migliore amico sarà quello al quale lancerai il tuo bouquet fra le risate generali.
Tutto qui!



 Tratto da: se ti annoi e guardi la puntata di Ugly Betty dove Hilda si sposa... Questi sono i malsani risultati!


mercoledì 26 settembre 2012

TU VUOI-ANDARE-SULL'ISOLA


Ho visto il trailer di "The island" nel 2005 ed ho subito pensato "Wow, sembra figo, devo andare a vederlo!".
Ovviamente non sono più andata al cinema per tutto il resto dell'anno e l'ho visto solo quando è stato trasmesso su Canale 5.
Ma comunque...
L'ho trovato interessante sotto molto punti di vista; oltre che per gli inseguimenti, i momenti di tensione ed i colpi di scena, per una sequenza in particolare, che segna la svolta fra le due parti principali del film.

In molto breve (da qui in poi ci sarà qualche spoiler selvaggio)
questo film è ambientato in un ipotetico futuro nel quale la specie umana è di molto diminuita rispetto ai giorni nostri, questo perchè la Terra è stata soggetta ad una contaminazione a livello globale.
I sopravvissuti al disastro vivono in un "mondo" totalmente al coperto che ha tutto l'aspetto di un albergo misto a campo-scuola: tutte le persone indossano la stessa divisa bianca, hanno una stanzetta singola ciascuno e possono svagarsi la sera fino ad un certo orario, prima dell'ora della nanna. Tutti i soggetti hanno un nome "in codice" (per dire, i protagonisti si chiamano Lincoln Sei Eco e Jordan Due Delta) e sono privi di qualsiasi desiderio di natura sessuale; ogni tot di tempo avviene un'estrazione della lotteria, del cui fortunato vincitore ottiene di andare "sull'Isola", ovvero l'unico luogo non contaminato del pianeta.
I primi dubbi del protagonista sorgono quando trova un'insetto in una conduttura d'aria ("Ma come? L'aria là fuori non dovrebbe essere irrespirabile??"). Infine si scopre la verità: loro non sono affatto sopravvissuti ad un incidente bensì sono cloni di persone famose o influenti come attori, atleti e politici, che hanno commissionato la loro creazione qualora avessero avuto bisogno di qualche organo nuovo di zecca.
Quando il proprietario necessita di un rene, un polmone, il cervello o degli organi interni in toto, ritira il suo clone; a questo punto entra in gioco la lotteria: il clone lascerà tutto contento il mondo-zoo nel quale ha vissuto fino a quel momento convinto di partire per la fantomatica Isola, ma otterà solo di essere privato degli organi necessari per poi essere gettato nella spazzatura.
Una volta appurata la verità, starà ai due protagonisti scappare da quello che credevano fosse l'unico mondo rimasto e cercare di destreggiarsi in quello reale.

La parte che mi ha impressionato, lo dicevo prima, non era negli inseguimenti e non era nei momenti di tensione e neanche nei colpi di scena. E' quando i due protagonisti in fuga finiscono dove i nuovi cloni vengono sottoposti al "lavaggio del cervello": assieme ad una serie di ricordi fittizi della loro vita prima della contaminazione, che vengono proiettati a scatti davanti ai loro occhi spalancati, una voce martellante ripete loro una singola frase: "Tu vuoi andare sull'Isola, tu vuoi andare sull'Isola".
Uniti all'inconsapevole massa di altri cloni, tutti i nuovi arrivati "vivono" serenamente ma in costante attesa della lotteria. Perchè loro, accidenti, vogliono andare sull'isola.

Il che mi ha fatto riflettere sui condizionamenti ai quali il genere umano è giornalmente sottoposto ed anche alla costante insoddisfazione che sembra provare.
Ho cercato di pensare a come sarebbe stato se quei cloni non fossero stati semplicemente "carne da macello", ma autentici sopravvissuti ad un disastro di proporzioni mondiali.
Sono contenti? Soddisfatti? Si sentono fortunati a non essere morti assieme a tutta la flora e la fauna terrestre e buona parte del genere umano? No!
Essere sopravvissuti non basta; essere in un luogo protetto dove la contaminazione non può toccarli non basta. Aspettano. Aspettano la lotteria.
Perchè?
Perchè TU VUOI-ANDARE-SULL'ISOLA.
E non è certo qualcosa che loro vogliono in effetti fare. Non è un genuino desiderio dettato dai gusti, dalla personalità, dalle opinioni. Lo vogliono perchè qualcuno ha detto loro che lo vogliono, ma il desiderio è stato loro così accuratamente inculcato che sono certi che la volontà sia la loro.

E questo ci porta a...
Tutto questo succede solo nel film "The Island"?

Nei prossimi giorni uscirà (o forse è già uscito? O___o) in Italia l'ultimo modello di I-Phone, il fantasmagorico, rivoluzionario, mirabolante, insostituibile I-Phone 5. Esso è venduto come molto, molto, molto più di un telefono: infatti, oltre a madare messaggi e chiamare con fluidità, puoi navigare in internet meglio che con il tuo computer fisso, scattare fotografie meglio che non la tua macchina fotografica, girare filmati meglio che con la tua telecamera, orientarti meglio che con il tuo navigatore satellitare, giocare meglio che con la tua Play Station.
Si potrebbe dire che è praticamente un computer ma non è così! E' mille volte meglio di un semplice computer
E dunque, cosa si potrebbe dire?

TU VUOI- COMPRARE- L'I-PHONE!
Esso sostituirà egregiamente il tuo vecchio I-Phone 4S, che ha sostituito il tuo I-Phone 4, che ha sostituito il tuo I-Phone 3GS, che ha sostituito il tuo I-Phone 3G, che ha sostituito il tuo I-Phone (che a sua volta ha sostituito il tuo vecchio telefono cellulare, con ogni probabilità perfettamente funzionante quando è finito nel dimenticatoio).

Mi domando quanto di questo (I-Phone, jeans a sigaretta, sciarpe con i teschi, smalto rosa d'estate e smalto nero d'inverno) sia frutto di un condizionamento esterno.
Ho preso l'I-Phone come esempio perchè mi è parso il più lampante, dal momento che moltissime persone si affannano e spendono cifre esponenziali per quello che è solo un telefono. All'avanguardia, utile sotto molti punti di vista, comodo, probabilmente il migliore di tutti, ma comunque solo un telefono.
Ma tu devi averlo. Perchè il Nokia è pessimo ed il Samsung ha solo copiato, nonostante entrambi mandino messaggi e inoltrino chiamate come un telefono dovrebbe fare.
Perchè così tutti sapranno che te lo puoi permettere, così come ti sei potuto permettere tutti i precedenti.
Perchè invece di chiedere informazioni su quale via prendere puoi usare il navigatore, anche se il risultato sarebbe identico.
Perchè ti piace.

Ma piace a te?
O piace a chi vuoi che lo compri?
Ed i tuoi jeans stretti in fondo piacciono a te? Non amavi forse quelli a zampa da elefante, quando tutti i manichini in tutte le vetrine indossavano quelli? Non preferiresti chiuderti a chiave in casa, piuttosto che uscire con quei jeans largi sul fondo che qualche anno fa amavi? 
Ami come tutti quel libro che ha avuto successo?
Ami come tutti quel film che ha vinto l'Oscar?

Io sono dubbiosa anche su tutto quello che riguarda me.
Convinta di scegliere io cosa indossare, come truccarmi, che taglio di capelli scegliere, cammino serena per la mia strada convinta dei miei gusti personali, simili a quelli della mia amica, della mia vicina, di quella passante, di quell'attrice.
E per loro chi ha scelto?
Qualcuno di loro ha scelto davvero qualcosa?

Non ho idea, al momento attuale, di dove termini il mio gusto personale e ciò che io decido per me e dove cominci il condizionamento esterno e quello che dovrebbe piacermi e dovrei decidere.

... Fatto sta che con i miei vecchi jeans a zampa di elefante non ci uscirei manco morta neppure io!! D:




 
 
 


 

martedì 18 settembre 2012

Cinquanta sfumature di grigio



Avanti, è uscito. 
Ne è spuntato un altro, a conferma della tesi che al peggio non esiste limite.
Seguaci di Stephenie Meyer unitevi tutti, perchè è uscita la versione porno (mal scritto) di Twilight.
"Cinquanta sfumature di grigio" di E. L. James è in vendita in tutte le librerie e solo a sentirne il titolo molte donne godono molto più di quanto abbiano mai fatto in camera da letto... Ed è subito best seller!
Il sarcasmo potrebbe risultare fuori luogo ma questo libro è così pessimo che non sfotterlo è impossibile.

Radiata dal sito di Fan Fiction al quale era iscritta per l'oscenità della sua fan fiction sul fandom Twilight (AU-Alternative Universe, per chi il genere un po' lo conosce), Miss E. L. James ha fiutato l'affare della sua vita.
Trasformati Edward Cullen in Christian Grey e Bella Swan in Anastasia Steele, la sua fan fiction è diventato il libro più grottesco del momento. Così nacque "Cinquanta sfumature di grigio" (e vari seguiti, perchè le trilogie sono così cool ultimamente... Signore degli Anelli ci manchi sempre di più).
Dunque via alle donne che impazziscono, che lasciano i loro fidanzati, che raggiungono il picco più elevato del piacere al solo sentir nominare il suddetto Christian Grey.
Dopotutto, chi non desidererebbe un uomo così? Privo di qualsivoglia difetto e che (testuale) ti fotte senza pietà? 
Chi non pagherebbe per vestire i panni della sua fortunata compagna, presa a botte e ridotta alle lacrime ogni volta che fa l'amore?

Perchè il libro ora come ora più amato dalle donne parla di questo: un uomo che picchia una donna.
Inutile girarci intorno. "Cinquanta sfumature di grigio", fra evoluzioni sessuali che rendono credibili vampiri glitterati e licantropi cucciolosi, se ha un tema è proprio questo: la violenza.

La dolce Anastasia, per gli amici Ana e magari anche Anal, ventunenne vergine di ferro, si ritrova a dover intervistare Grey in vece di un'amica.
L'unica utilità di suddetta intervista è quella di far bagnare Anastasia e la maggior parte delle lettrici.
La prima scena per la quale tutte sbavano è di poco più avanti: Ana nell'appartamento di Grey, con in mano una penna e davanti un legale contratto che farebbe di lei la "sottomessa" del ricco imprenditore (l'avevo detto? Grey è pure ricco sfondato, guarda un po'!).
Fingendo improvvisa cecità davanti alla Stanza delle Torture personale di lui (due fruste, un paio di manette e magari un modaiolo collarino di cuoio... Perchè nel sado si usa il cuoio, no?), Ana si prestaper un'immediata perdita della propria verginità, con aggiunta di tre fantascientifici orgasmi mozzafiato.

Da qui in poi violenza ed assurdità si alternano in un nauseante girotondo.
Lui la comanda a bacchetta dentro e fuori dal letto, la picchia in variegate maniere ogni volta che ha la malaugurata idea di fare del sesso e lei (nonostante o grazie al dolore) gode, gode, gode, gode, gode come una cagna.
Leggendo le scialbe descrizioni dei loro amplessi deviati, la lettrice media gode, gode, gode, gode, gode come una cagna al pari della protagonista.
Non solo: immagina di essere nei panni di Anastasia.
Lo desidera; lo sogna.

E la domanda è... Ma davvero?
Davvero dopo le campagne anti maltrattamento, numeri di telefono che le mogli picchiate dai mariti posso chiamare, minacce di uomini contro le proprie compagne ... Le donne (almeno quelle che hanno apprezzato questo libro) desiderano un partner che le prenda a scudisciate durante il sesso?
Davvero trovano sexy oltre ogni misura qualcuno che ha bisogno di controllarti e ferirti per essere sessualmente soddisfatto?

Ma magari fosse finita qui!
Per giustificare le preferenze sessuali del beneamato Grey, la scrittrice sembra aver sfogliato "L'ABC della psicologia" per delineargli un profilo caratteriale profondo quanto il rimasuglio del mio caffè.
A quanto pare il povero miliardario violento è stato adottato dalla facoltosa famiglia Grey all'età di quattro anni.
Prima di trascorrere nella bambagia per il resto della sua vita, ha vissuto con una madre dedita alla droga ed alla prostituzione. Ella non si preoccupava di proteggerlo dai vari fidanzati violenti che non esitava a portarsi in casa.
Risultato: Grey cerca donne brune come sua madre e come Anastasia e le picchia durante il sesso perchè rivede in loro la sua genitrice incapace.

E di nuovo... Ma davvero?
Davvero temi così delicati come il maltrattamento di minori e come i traumi infantili vengono tirati in ballo per giustificare il sesso malato di un protagonista stereotipato?
Davvero la banale messa in gioco dell'unico possibile trauma che l'autrice conosce, provoca tenerezza nei confronti di Greym piuttosto che far cadere le braccia?

"Cinquanta sfumature di grigio" tratta di argomenti importanti come questi per continuare a scrivere di un nuovo rapporto sessuale con violenza annessa, esaltandolo come se non si potesse chiedere di meglio.
Di certo questo succede perchè Miss E. L. James è convinta (anche se non è così) che il suo talento migliore sia la scrittura erotica. Che invece risulti volgare, ripetitiva e pure inverosimile è un altro discorso.

Il libro ha due seguiti, con altrettante "sfumature", di nero e di rosso.
Servono, sono indispensabili per il buissness completo e per spremere fino all'ultimo tutte le donne impressionabili. Sì, quelle che hanno goduto molto più di quanto abbiano mai fatto in camera da letto solo a sentire il titolo del primo libro, proprio all'inizio di questo brano.

Personalmente, la mia digestione è stata bloccata già dalla lettura del primo della porno-trilogia e non credo che il mio stomaco potrebbe reggere oltre.
Ma dubito che i miei quindici euro in meno mineranno al discreto patrimonio che la scrittrice sta accumulando.
Così un altro best seller dal dubbio merito ha visto la luce e, dopo i film che certo gireranno, finalmente finirà nel dimenticatoio.

Per ora il pubblico impazzisce per una nuova storia d'amore: non più vampiro e umana ma dominatore e sottomessa.
... Ma davvero?